Io ti saluto Elena
dai miei bottoni perduti
dai buchi freddi dei calzini
senza rancore e senza lacrime
Io ti saluto Elena
dalle porte-finestre sgangherate
dai letti sfatti da tre giorni
dal mio cavallo a dondolo
io ti saluto Elena
Dalle mie notti spettinate
dai tuoi capricci da bambina
dalle tue voglie ritardate
da una rosa settembrina
Dalle mie sbronze senza rete
dalla nostra assemblea permanente
dal ruggito del Black and Decker
ti saluta il comandante

Da questa terra di nessuno
dal fallimento dell'impresa
dall'ultimo pane fatto in casa
da questa Torre di Babele
Dal mio veliero mai partito
dalle mie conchiglie usate
dalla nave ormai a fondo
ti saluta il capitano
Io ti saluto Elena
da un aquilone senza filo
dal filo senza palloncino
da questi versi inutili
io ti saluto Elena
(Grazie a Luigi per questo testo)

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