Album: Disco inverno

Per restare a più di un passo da te
so che servirà una scala,
quanto costa allontanarmi se poi

resto solo a un passo da te.

Tonalità di blu scuro, giallo fosforescente,
tapparelle chiudono fuori le mie stelle
io trasparente,
scrittura mista su tela in una sala d'attesa
dalle pareti in cera, senza sorpresa.
Dicono che quello che piace di una cosa inattesa
è il modo in cui fa magia, fa presa.
E, dai, perdiamoci,
facciamo che i binari stanno dietro a una discesa
e l'amore ci porta in chiesa.
Ho sempre odiato i giochi di squadra, il calcio, le figurine,
stavo per i cazzi miei sulle panchine.
E tu sei sempre stata diversa, per dire,
ma ora che quasi ti cancello risquarcio le mie ferite.
C'è la febbre da partenza, come le gite,
quand'era un bacio a farci soffrire su quel sedile,
ma qui l'aereo cade e il pullman si ribalta,
qui non c'è asfalto per capire di cosa si tratta e cosa ne sarà.
Ed io non parlo con nessuno, mi si legge in faccia,
mentre domenica, ogni sera, e l'una (?), ed ogni alba,
ed il tramonto parla di quando tu eri la mia spalla
e la distanza volevamo cancellarla.
Devo rifarmi un'altra, un'altra vita intendo,
dicono di chiuderne una per aprirne cento.
Ho chiuso quella porta e sono al freddo,
le chiavi del portone le ho lasciate sul tuo letto.

Per restare a più di un passo da te
so che servirà una scala
quanto costa allontanarmi se poi
resto solo a un passo da te.

E salirò su tutti i palazzi del mondo per farmi ancora un po' più in là, farmi ancora un po' più in là.
Salirò su tutte le case del mondo per farmi ancora un po' più in là, farmi un po' più in là.

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