Scusa ma per un attimo ho pensato che questa notte fosse finita
Era il vento che sbatteva la finestra e faceva cadere gli appunti
I libri e le canzoni quel poco di retorica della valigia di sogni

Quella che doveva dare colore e in cui mi dovevo riconoscere

Ma ora che è vuota so che mi verrà riempita
Sul confine tra il conforto e l'affidarsi alla scienza
Non per questione di essere opportuno ma per facoltà d'interpretare
I miei silenzi con la frase: “vedrai lo tornerai a fare”

Poi nel silenzio il vento sbatte la finestra che non posso aprire
Soffro il freddo anche d'estate il vento non riordina le mie parole
Nessuno viene a chiudere il vento continua a soffiare
Lascia intravedere da dove proviene e dove vuole andare

Allora sarà solo uno scappare cercando quello che vorrei sentirmi dire
O i fantasmi continueranno a farmi chiedere se ti posso chiamare
Per dimenticare gli sguardi e le domande di chi cerca di farti credere
Che ci sia futuro tra i t'assicuro e gli encomi al personale

Sono prossimi i bagliori di una luce ma forse è solo il riflesso di un faro
Il vento continua e si apre al mio sguardo il vuoto a Cannaregio
Nel buio le luci del treno volgo lo sguardo a San Secondo
La vita mi riprende dalle braccia e lentamente mi assedia

Sono prossimi i bagliori di una luce che sia l'arrivo dell'alba
I quartieri sono ordinati e tranquilli prima dell'ora della sveglia
Si fanno due chiacchiere nei bar sotto casa con quella confidenza
Che mette a proprio agio prima di sentire la fatica

Ma cosa devo dire l'anestesista è la solita bella figa, stronza
Il più giovane dottore sembra che ripeta a memoria una vecchia lezione
Alla giovane biologa basta telefonare per dirti che non c'è più nulla da fare
Li dovrei scusare del resto vedono molte persone

Mi dovrei accontentare del peso della parola amore e del vizio di dover rasserenare
Dovresti rintracciare nei miei occhi il terrore di chi sa cosa vuol dire soffrire
E dirmi che la vita ha ancora molto che mi deve regalare di cercar le piccole cose
Che vuoi vedermi fuori di qui e che mi servirà a maturare

Sono prossimi i bagliori di una luce ma è quella di una lanterna
Perché si veda chi l'ha accesa chi la porta e se cammina
Per trovare sentieri, schivare i sassi procedere sicuri e tranquilli
Per non stare soli e ascoltare il sacro suono delle parole lontani e leggeri

Scusa ma per un attimo ho pensato che questa notte fosse finita
C'è bisogno di chiacchiere per treni stazioni e fermate inaspettate
Brioches al cioccolato, fresche di fornaio, un piumone un amico
Di isole minori per scoprire segreti e costruire ricordi

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